Impianti Sprinkler: le basi progettuali

 

All’interno della norma, troviamo sicuramente tutte le informazioni necessarie per una buona progettazione, ma in modo sparpagliato, senza cioè un flusso logico sequenziale nell’ottica della progettazione. Ciò che si cerca di fare tramite questo breve articolo è quindi di dare una logica progettuale a tutte le informazioni date dalla norma creando un cammino semplice e veloce che conduca all’obiettivo principe del tecnico in questo settore: un buon progetto dell’impianto (efficiente e con il minino dei costi).

Qui sotto vediamo illustrata, attraverso un diagramma di flusso, quella che riteniamo la miglior sequenza logica di progettazione di un impianto sprinkler, cioè i passi necessari affinchè il tecnico possa arrivare all’obiettivo prefissato.

schema impianti sprinkler
Premesso che il percorso sopra illustrato ovviamente non potrà mai rappresentare tutta la casistica progettuale (ma una buona parte si) e che, di fatto, ognuna delle fasi sopra esposte è interconnessa alle altre, la prima cosa che il diagramma sottolinea chiaramente è l’importanza della definizione della classe di pericolo di tutte le attività che si intende proteggere con l’impianto sprinkler. Non è pensabile né possibile immaginare di portare avanti un discorso progettuale in questo ambito impiantistico senza la consapevolezza di ciò che si sta andando a proteggere, in quanto dalla conoscenza dei vari livelli di rischio saremo in grado di ricavare tutti quei dati fondamentali alla nostra progettazione.
Al contrario di quanto si fa in una progettazione di un impianto idranti, che ricordiamo viene dimensionato sulla base esclusivamente del rischio maggiore protetto, per l’impianto sprinkler risulta fondamentale operare una localizzazione dello stesso in funzione delle aree di volta in volta protette. Se prendiamo un’attività in cui “solamente” il 30% dell’area a disposizione è destinato a deposito ad alto impilamento, non è pensabile di progettare l’impianto nel rimanente 70% come se tutta l’area fosse un deposito. Se da una parte infatti ci stiamo mettendo in sicurezza, dall’altra stiamo consapevolmente innalzando il costo del materiale installato, venendo meno quindi ad uno dei primi obiettivi del tecnico professionista: eseguire un buon progetto e garantendone contemporaneamente i costi minori, ricordandoci che stiamo facendo un servizio al nostro committente.
Quindi occorre adeguare l’impianto ad ogni singola area di rischio, ottimizzandolo in termini di scelta dei materiali (sprinkler, stazioni di controllo, tubazioni), di passi e distanze utilizzate (numero di sprinkler inferiore), di tubazioni e, in generale, di tutto quanto collegato. Ricordandoci però che il cuore del sistema, l’alimentazione (gruppo di pompaggio o acquedotto, e riserva idrica), sarà comunque calcolato e dimensionato sulla base del rischio maggiore, quantomeno dal punto di vista delle portate.

Dopo le classi di rischio occorre definire il tipo di sistema, cioè scegliere se installare un impianto a umido, a secco o a preazione, le cui definizioni le vedremo dopo, nell’apposita sezione. Se da una parte infatti tale scelta è vincolata anche alla classificazione eseguita (non possiamo per esempio installare impianti a secco nei rischi elevati), oltre ad altre considerazioni legate all’efficienza; dall’altra essa influenza e determina…

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A cura di
Giovanni La Cagnina**
NAMIRIAL SPA

 

** tutti i contenuti, in parte o in toto, non sono riproducibili senza l’assenso esplicito dell’autore del presente articolo.

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