Valutazione rischio incendio

La valutazione del rischio incendio

Data pubblicazione: 17/06/2021

Approfondimento antincendio

Il rischio incendio e la sua valutazione analitica: l’approfondimento Namirial.

L’incendio è un fenomeno di combustione non controllata di materiali generici; può essere provocato da cause naturali (autocombustioni, fulmini, eruzioni vulcaniche) o per mano dell’uomo (incendio doloso).

La combustione è una reazione chimica tra un combustibile e un comburente che reagiscono in presenza di un innesco o di una sorgente di energia, con forte sviluppo di calore; il combustibile può essere il legno, la carta, un gas, ecc.; il comburente che interviene è l’aria o, più precisamente, l’ossigeno in essa presente.

Questo concetto è ben schematizzato nel cosiddetto triangolo del fuoco

Triangolo del fuoco

Il rischio di incendio rappresenta certamente uno dei maggiori pericoli per qualsiasi luogo di lavoro, ed una corretta attività di informazione e formazione dei lavoratori costituisce certamente il migliore presupposto per una efficace “gestione della sicurezza” in ambito aziendale.

È infatti accertato che almeno il 50% degli incendi è attribuibile in qualche modo, direttamente o indirettamente, al cosiddetto “fattore umano”, e cioè al fatto che, per motivazioni dovute ad ignoranza delle situazioni di rischio potenziale, e/o a superficialità nell’approccio con i problemi della sicurezza, e/o per sottovalutazione dei pericoli, spesso le persone compiono azioni sbagliate che non avrebbero compiuto se informate, o anche a volte non compiono le azioni corrette che avrebbero potuto evitare o minimizzare situazioni di rischio prevedibili.

La valutazione del rischio incendio sta alla base della progettazione con il codice di prevenzione incendi secondo il D.M. 18/10/2019, valutazione richiamata al punto 1.c del paragrafo G.2.6 Metodologia generale.

La valutazione del rischio d’incendio è basata almeno sull’analisi dei seguenti argomenti:

  • individuazione dei pericoli d’incendio;
  • descrizione del contesto e dell’ambiente nei quali i pericoli sono inseriti;
  • determinazione di quantità e tipologia degli occupanti esposti al rischio d’incendio;
  • individuazione dei beni esposti al rischio d’incendio;
  • valutazione qualitativa o quantitativa delle conseguenze dell’incendio su occupanti, beni ed ambiente;
  • individuazione delle misure preventive che possano rimuovere o ridurre i pericoli che determinano rischi significativi.

Indicazioni specifiche, complementari o sostitutive, possono essere presenti nelle regole tecniche verticali.

La sicurezza antincendio è orientata alla salvaguardia dell’incolumità delle persone ed alla tutela dei beni e dell’ambiente.

Una corretta valutazione del rischio di incendio per l’attività garantisce questo mediante il conseguimento dei seguenti obiettivi primari:

  • La riduzione al minimo delle occasioni di incendio.
  • La stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupanti.
  • La limitata produzione di fuoco e fumi all’interno delle opere e la limitata propagazione del fuoco alle opere vicine.
  • La possibilità che gli occupanti lascino l’opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo.
  • La possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.

Il rischio di ogni evento incidentale (l’incendio nel nostro caso) risulta definito da due fattori:

  • La frequenza, cioè la probabilità che l’evento si verifichi in un determinato intervallo di tempo.
  • La magnitudo, cioè l’entità delle possibili perdite e dei danni conseguenti al verificarsi dell’evento.

da cui ne deriva la definizione di

 

Rischio = Frequenza x Magnitudo.

 

Il D.M. 18/10/2019 ribadisce che il rischio d’incendio di un’attività non può essere ridotto a zero, e che le misure antincendio di prevenzione, di protezione e gestionali previste nel documento sono pertanto selezionate al fine di minimizzare il rischio d’incendio, in termini di probabilità e di conseguenze, entro limiti considerati accettabili.

Dalla formula del rischio (d’incendio) appare evidente che quanto più si riducono la frequenza o la magnitudo, o entrambe, tanto più si ridurrà il rischio.

La gestione del rischio è di competenza della direzione aziendale. Non è solo un processo utile o importante, bensì promuove la qualità dei servizi di un’organizzazione, migliorandone l’efficienza.

Questo concetto è ben ribadito nella strategia S.5 Gestione della sicurezza antincendio che lo riporta, per ciascun livello di prestazione, tra i compiti e le funzioni previste per il responsabile dell’attività

Soluzioni conformi livello prestazione I

La gestione del rischio consente di mettere in atto i requisiti di sicurezza, valutare più approfonditamente i rischi imponderabili o persino di evitarli e, successivamente, di assicurare il raggiungimento degli obiettivi di organizzazione e dei sistemi.

L’attuazione di tutte le misure per ridurre il rischio mediante la riduzione della sola frequenza viene comunemente chiamata “prevenzione”, mentre l’attuazione di tutte le misure tese alla riduzione della sola magnitudo viene, invece, chiamata “protezione”.

In particolare le misure di Protezione Antincendio possono essere di tipo ATTIVO o PASSIVO, a seconda che richiedano o meno un intervento di un operatore o di un impianto per essere attivate.

La gestione del rischio consente di mettere in atto i requisiti di sicurezza, valutare più approfonditamente i rischi imponderabili o persino di evitarli e, successivamente, di assicurare il raggiungimento degli obiettivi di organizzazione e dei sistemi.

L’attuazione di tutte le misure per ridurre il rischio mediante la riduzione della sola frequenza viene comunemente chiamata “prevenzione”, mentre l’attuazione di tutte le misure tese alla riduzione della sola magnitudo viene, invece, chiamata “protezione”.

In particolare le misure di Protezione Antincendio possono essere di tipo ATTIVO o PASSIVO, a seconda che richiedano o meno un intervento di un operatore o di un impianto per essere attivate.

Schema prevenzione incendi

Ovviamente le azioni Preventive e Protettive non devono essere considerate alternative ma complementari tra loro nel senso che, concorrendo esse al medesimo fine, devono essere intraprese entrambe proprio al fine di ottenere risultati ottimali.

Il miglior progetto di prevenzione incendi rivolto alla sicurezza può essere vanificato da chi lavora nell’attività, se non vengono applicate e tenute nella giusta considerazione le misure precauzionali d’esercizio predisposte dal progettista come indicato nella tabella S.5-7 del D.M. 18/10/2019.

Tabella s.5-7

 

Esistono varie metodologie per l’effettuazione della valutazione del rischio. Tutte le metodologie di analisi del rischio portano all’obiettivo di creare una situazione in cui il rischio (residuo) sia accettabile attraverso un’analisi del tipo:

  • Cosa può andare storto, quali sono i pericoli?
    • Qual è la probabilità?
    • Quali sono le possibili conseguenze?
  • Cosa si può fare per gestire il rischio?
  • Per Incendio: 2 tipi di rischi:
    • Rischio di incendio di una postazione di lavoro “calda”
    • Presenza di prodotti infiammabili
  • Presenza di una fonte di accensione (fiamma, oggetto caldo)
  • Rischio di ustioni
  • Rischio di incendio a causa di un incidente
  • Rischio generale di incendio
    • Presente nell’ambiente (di lavoro), non legato alle postazioni di lavoro stesse

 

Processo di gestione dei rischi

Processo gestione rischi

Analisi dettagliata effettuata di norma in tre passi:

  • un’analisi delle cause e degli effetti
  • una valutazione quantitativa e/o
  • una valutazione qualitativa

Analisi in tre passi

Metodologie di valutazione e analisi del rischio

Le tecniche disponibili sono diverse e “occorre quindi avere una idea precisa di quale sia la più appropriata per lo scopo che si vuole raggiungere”:

  • Analisi storica
  • Check-List
  • What-If
  • FMEA (Failure Modes and Effects Analysis)
  • Audit di sicurezza
  • Job Safety Analysis
  • Valutazione del SGS
  • Hazard Analysis & Operability (HAZOP)

 

Analisi storica

Questa metodologia, “utile nell’esecuzione di studi ambientali e biostatistici, per il monitoraggio sanitario o per l’analisi di eventi incidentali”, parte dall’analisi di incidenti “già verificatisi nella storia dell’industria”.

Il metodo consiste dunque “in una elaborazione statistica di dati che possono essere ottenuti da diverse fonti” (dati INAIL, report interni, banche dati, letteratura tecnica specializzata) ed è valido “solo per prevenire tipologie di incidenti che si sono già verificati” e deve, quindi, essere integrato da tecniche predittive.

L’Analisi storica consente “di avere una visione globale del problema, analizzando sia le cause sia le conseguenze sia eventuali modifiche organizzative e/o procedurali, strutturali e/o impiantistiche apportate dall’azienda per evitare il ripresentarsi dell’incidente”.

Check-List

Questo metodo è costituito da liste di argomenti, in forma di questionario (SI, NO, NON PERTINENTE), da esaminare per eseguire la rapida verifica della rispondenza alle specifiche di progettazione o agli adempimenti richiesti dalla legge”.

Sono liste che “si possono applicare ad interi impianti o a loro parti e possono anche comprendere i processi gestionali ed organizzativi dell’azienda”.

Vantaggi delle check-list:

  • consentono diversi livelli di dettaglio (analisi preliminare, analisi dettagliata in fase progettuale, audit e verifiche ispettive, …);
  • sono adatte a controlli veloci, per esempio come lavoro preliminare per l’applicazione di tecniche più dettagliate o come base per gli audit di sicurezza.

Ma vi sono anche svantaggi:

  • il fatto che una lista non può mai ritenersi del tutto completa, il che non ci assicura che tutte le criticità siano state evidenziate;
  • la difficoltà di quantificare i risultati, che pertanto sono di tipo essenzialmente qualitativo.

Dal momento che il rischio zero non esiste l’obiettivo non può essere il suo annullamento, ma la riduzione ad un livello accettabile.

Rischio = probabilità x magnitudo

 

Risulta evidente che per limitare il rischio incendio è necessario intervenire sui fattori che lo determinano e quindi sia sulla frequenza che sulla limitazione delle conseguenze.

È possibile limitare la frequenza degli incendi attraverso una serie di provvedimenti, regole tecniche, interventi e scelte che sono indirizzate nel campo della prevenzione.

Prevenire significa intervenire affinché l’incendio non raggiunga, in alcun modo, la fase di flash over dove l’incendio stesso non risulta più controllabile.

La prevenzione degli incendi interessa un campo molto vasto di componenti che in questa sede, per brevità, è sintetizzato nella seguente tabella:

 

Formazione

 

  • addestramento del personale
  • cultura del rischio e della sicurezza
  • abitudine all’uso dei sistemi protettivi della persona e delle apparecchiature
  • rispetto delle normative e delle regole tecniche
  • piani di intervento
Scelta di sistemi e materiali

 

  • uso di sistemi sicuri
  • uso di materiali incombustibili o difficilmente infiammabili
  • manutenzione
  • collaudi
Protezione attiva
  • impianti di rilevazione e spegnimento
  • estintori, sprinkler ed evacuatori
Estinzione

 

  • squadre di soccorso
  • collegamenti con i VV.F.
  • libero accesso ai mezzi di soccorso
  • disponibilità di mezzi di estinzione

 

La limitazione delle conseguenze degli incendi avviene attraverso l’uso di sistemi di protezione che vengono individuati in funzione del tipo di conseguenze che si vogliono evitare.

Schematicamente, i più importanti interventi di protezione sono:

 

Danni alle persone
  • vie di fuga
  • compartimentazione
  • filtri di fumo
  • segnali ed istruzioni
  • sistemi di estrazione fumi
Danni alla struttura dell’edificio, agli arredi, alle attrezzature, alle macchine
  • protezione passiva
  • protezione strutturale e compartimentazione
  • cortine d’acqua e sipari
  • zone sicure
Danni all’attività
  • separazione delle aree a rischio
  • divisione delle diverse zone produttive
Danni all’ambiente
  • scelta di materiali idonei
  • sistemi di evacuazione

 

 

Dopo aver valutato il rischio d’incendio per l’attività, il progettista attribuisce le seguenti tre tipologie di profili di rischio:

  • Rvita, profilo di rischio relativo alla salvaguardia della vita umana;
  • Rbeni, profilo di rischio relativo alla salvaguardia dei beni economici;
  • Rambiente, profilo di rischio relativo alla tutela dell’ambiente dagli effetti dell’incendio

Obiettivo della valutazione rischio è la presa di consapevolezza dei rischi presenti in un’attività.

Obiettivo della valutazione rischio è di mettere in atto tutte le misure di Protezione volte a ridurre la magnitudo di un evento dannoso.

Obiettivo della valutazione rischio è di mettere in atto tutte le misure e le disposizioni di Prevenzione volte ad annullare o ridurre la frequenza di accadimento di eventi dannosi.

Prima ancora che per obbligo di legge, una corretta valutazione dei rischi serve a garantire lo svolgimento delle attività lavorative in sicurezza.

Il programma CPI win Attività consente di poter analizzare le varie attività nel rispetto delle regole tecniche verticali in vigore, della RTO D.M. 18 ottobre 2019.

La validità del prodotto CPI WIN® Attività è stata ufficialmente riconosciuta dalla Rete Professioni Tecniche che, dopo aver analizzato nel dettaglio le funzionalità innovative del software CPI WIN® Attività come strumento di supporto alla progettazione, con nota prot. 675/2018 del 30 luglio 2018 ATTESTA che la ditta NAMIRIAL S.p.A. ha sviluppato un programma informatico di ausilio alla progettazione avanzata mediante il Codice di prevenzione incendi (D.M. 03/08/2015), che soddisfa sostanzialmente i requisiti tecnici indicati nell’AVVISO in oggetto.

NAMIRIAL S.p.A. potrà quindi qualificare il programma di progettazione con il Codice di prevenzione incendi con la seguente iscrizione:

Programma rispondente ai requisiti tecnici individuati dalla Rete delle Professioni Tecniche per la progettazione avanzata con il Codice di prevenzione incendi (D.M. 03/08/2015).

AVVISO R.P.T. del 13/09/2017.

 


Autore:

Dott. Pietro Monaco

Pietro Monaco

 


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